Un prato folto e morbido, “dipinto tutto forse di mille varietà di fiori”, è il verde velluto che dona armoniosa organicità agli elementi del giardino medioevale, così come appare nel proemio della terza giornata del Decameron. Al centro, la “fonte di marmo bianchissimo e con meravigliosi intagli” disseta le pergole di vite in fiore, di rosai bianchi e vermigli e di gelsomini, le spalliere di aranci e cedri carichi di fiori e frutti, concerta nel canto con gli uccelli e ristora gli animali che pascolano nell’ombrosa verdura.
Il giardino medioevale, molto libero e semplice nell’aspetto strutturale, vive dei suoi elementi naturali, dei fiori e delle piante così spontanei e freschi, così veri eppure carichi di significato simbolico, sollievo per il corpo e più ancora per l’anima.
I colori, i profumi, le morbidezze, le trasparenze riverberano dalle testimonianze pittoriche di affreschi e codici miniati, dai fondi «millefiori» che popolano la pittura medioevale: particolari solo in apparenza decorativi, frutto di un’accurata e attenta contemplazione che rivela il tutto di cui essi stessi sono parte costitutiva.
La mia ammirazione per questa rappresentazione della natura è molto profonda e continua a costituire nel tempo fonte di ispirazione per molti miei assai più modesti lavori.
Potete lasciare un commento, se volete: ogni osservazione sarà estremamente gradita.